Milano sake festival

Milano Sake Festival è una kermesse di più giorni dedicata alla cultura giapponese del bere. Quindi non è presente solo il sake, anche se è la star dell’evento, ma si possono ad esempio conoscere il shōchū (焼酎), assaggiare i pluripremiati whisky giapponesi e dissetarsi con della birra, sempre rigorosamente dal sol levante.

La prima edizione si è svolta nel 2014, sempre a cura de La Via del Sake, l’associazione culturale organizzatrice dell’evento (vi consigliamo anche di seguire la loro pagina Facebook, per non perdere nessun aggiornamento).

La tipa cultura giapponese dell’ospitalità, l’omotenashi (おもてなし) guida il partecipanti del Milano Sake Festival tra stand ed espositori, il tutto nella gradevole cornice di Cascina Cuccagna, in via Cuccagna a Milano, dotata anche di un giardino all’aperto e una terrazza panoramica.

Report Edizione 2017

Milano sake festival report

Il weekend a cavallo tra fine settembre e il primo di ottobre si è tenuto a Milano, nella cornice della Cascina Cuccagna, l’edizione 2017 del Milano Sake Festival, organizzato da La via del sake. Ma com’è andato?

Tra i vari espositori si potevano riconoscere sia gli stand di distributori/importatori, sia realtà ben più circoscritte, dove un solo brand esponeva i suoi migliori prodotti. Si passava, quindi, da lunghi tavoli con decine di bottiglie e diversi rappresentanti, a più modesti stand dove a farla da padrone erano anche solo due bottiglie.

Oltre al sake anche una selezione di whisky giapponesi era presente alla manifestazione, con un barman pronto a mixare e servire svariati cocktail a chi voleva provare un altro alcolico con cui il Giappone, in questi ultimi anni, si sta distinguendo a livello globale.

Abbiamo apprezzato un sake della Takara, il MIO.  Si tratta di un junmai molto leggero, 5% di volume, al quale è stata aggiunta anidride carbonica per renderlo frizzante (qui l’approfondimento sul sake frizzante). Pare che vada moltissimo in Giappone, soprattutto tra i giovani e le donne, grazie al suo gusto fresco e delicato, perfetto praticamente per ogni momento della giornata. Un sake molto “commerciale”, per così dire, che ammicca soprattutto a chi non è pratico di questa bevanda e cerca un punto d’incontro con qualcosa di più occidentale.

Non è stato però l’unico sparkling della giornata, in quanto dalla prefettura di Niigata era presente un nigori frizzante, l’Hakkaisan Sparkling Nigori. Si tratta quindi di un sake torbido, lattiginoso e dolciastro, ma con un perlage molto gradevole al palato.

Hakkaisan Sparkling Nigori
Hakkaisan Sparkling Nigori

Sempre da Niigata, stavolta della cantina Koshinohana, il Kawasemi, un junmai (no alcol) genshu (non diluito) molto fruttato e floreale e con sentori di spezie sia al naso che al palato. Servito rigorosamente fresco, si è rivelato uno dei migliori sake della serata.

Kawasemi
Kawasemi

Lo stand più grande, quello che occupava la sala principale, era destinato ai sake prodotti nella prefettura di Iwate. I produttori presenti, accompagnati da simpatici rappresentanti delle cantine e da qualche mascotte sul tavolo, erano tre: Asabiraki, Nambu Bijin e Ryoban Shuzo. I sake presenti erano undici, tra cui alcuni vincitori del titolo IWC e altri presenti solamente a fini degustativi.

Segnaliamo il Takumi no Shizoku, della Ryoban Shuzo. Un sake junmai daiginjo dal grado alcolico abbastanza alto (17-18°), dal gusto fruttato, e piuttosto secco, con un nihonshu-do (日本酒度), o SMV, di +6.

Sempre prodotto da Ryoban Shuzo il Kanzan junmai ginjo, che porta il nome onorifico Kanzan del tempio Chusonji di Hiraizumi, patrimonio dell’Umanità. Un sake molto equilibrato, sia di sapore che di profumo.

Ultimo di questo stand è stato lo Shinpaku, un junmai ginjo prodotto dalla Nanbu Bijin, sempre di Iwate. Un sake molto fruttato e aromatico, succoso al palato ma secco sul finale. La sua etichetta rappresenta il cuore del chicco di riso e il nome significa “battito del cuore”.

Shirayuki Edo Genroku
Shirayuki Edo Genroku

Un altro sake interessante è stato lo Shirayuki Edo Genroku, prodotto seguendo un’antico procedimento del periodo Edo, e fatto invecchiare in fusti di legno Taru. Da qui ne risulta un colore ambrato, più simile a un cognac, e un gusto che richiama soprattutto tabacco e caramello. Paragonabile a un vino da meditazione, non è consigliabile a tutto pasto ma più con formaggi o cioccolato, servito anche a temperatura ambiente.

Continuando con le note positive, da Gekkeikan, brand arcinoto nel mondo del sake, ecco il Nouvelle, un tokubetsu honjozo estremamente versatile e facile da bere, dove l’umami e l’acido tendono a prevalere sulle note fruttate, per esaltare di più i cibi a cui si accompagna. Come note di contorno, questo sake ha vinto per 4 volte consecutive la medaglia d’oro Monde Selection e… ha un tappo estremamente elegante!

Un’esperienza estremamente positiva, organizzata con professionalità da La via del sake, e che speriamo possa continuare negli anni con sempre più persone interessate a questo tipo di bevanda.

L’ingresso costava 15€, e comprende un ochoko (猪口) omaggio (la classica “tazzina” per bere il sake) e 5 gettoni, con i quali sarà possibile comprare assaggi o bottiglie di sake. Ogni gettone successivo costa 1 € ed è l’unica forma di pagamento accettata durante la manifestazione.